Il mio maestro durante gli incontri a scopo didattico/lavorativo, sempre sul confine tra sogno e realtà, mi preparava piatti speciali, così ogni pranzo ogni cena trasformava quella giornata qualunque in un giorno di festa.

Mi sono sempre chiesto se ci fosse stato un motivo preciso. Quando ci si pone delle domande piano piano come una sorpresa inaspettata, arrivano le risposte. I sapori stimolano le papille gustative e quindi le infinite ramificazione dei nervi. La ricerca del tempo perduto di Proust inizia con un sapore quello delle “madeleines”  inzuppate nel te. Quell'aroma lentamente  risveglia emozioni e sensazioni tutte collegate dove la piacevolezza del palato é il filo conduttore tra la memoria e i ricordi, strumenti per ritrovarsi, riconoscersi, ricostruirsi. Allora comprendevo le ragioni di quei piatti ricercati di quesi sapori, saperi. La cucina di Mara seppur contemporanea e con gusti e una lavorazione moderna conserva qualcosa di antico, che tocca le corde del nostro DNA ancestrale e di sicuro evoca memorie lontane nel tempo, qualcosa appena percettibile eppure qui ora come un messaggio la cui voce arriva da lontano.

G.P.