SIMONE ZANCHINI
Fisarmonicista tra i più interessanti e innovativi del panorama internazionale, la sua ricerca si muove tra i confini della musica contemporanea, acustica ed elettronica, sperimentazione sonora, contaminazioni extracolte… sfociando in un personalissimo approccio alla materia improvvisativa. Diplomato con lode in fisarmonica classica al Conservatorio “G.Rossini” di Pesaro, con il maestro Sergio Scappini.
Strumentista eclettico, esercita un’intensa attività concertistica con gruppi di svariata estrazione musicale (improvvisazione, musica contemporanea, jazz, classica ). Dal 1999 collabora stabilmente con i Solisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, con cui compie regolarmente tournee in ogni parte del mondo.
Raccontaci un po’ della tua vita e partiamo dagli inizi. Quando e dove sei nato? Che vita hai vissuto nei primi anni? Quali profumi, quali colori e quali orizzonti fanno ancora parte di te e ti hanno reso ciò che sei?
I primi anni sono cresciuto con la nonna in montagna in un ambiente rurale, campagnolo, con quel bellissimo e sano profumo di cacca di mucca come quando atterri all’aeroporto di Zurigo oppure attraversi un paesino delle montagne svizzere.
Sono nato nel Montefeltro, dove tutt’ora risiedo, sulle colline dell’entroterra Riminese, valle di cucuzzoli e castelli medioevali. Per anni ho vissuto all’estero, viaggio per il mondo e a casa ci sto poco ma quando posso è qui che torno per rilassarmi e ritrovare le energie. Per di più vivo solo, in un casolare immerso nel bosco con vista sul mare, senza vicini e senza televisione, ambiente ideale per depurarsi al quale devo molto e sono molto legato. Veniamo al tuo strumento. Ne sei ancora innamorato? Cosa ti affascina maggiormente? Hai mai pensato, seriamente, anche solo un giorno, di abbandonarlo?
Lo amo molto certo! Anche se per me resta solo uno strumento, quello che dico sempre ai giovani fisarmonicisti è che:
Lo studio tecnico è importantissimo, una preparazione strumentale approfondita è fondamentale ma poi bisogna dimenticare tutto e cercare una strada propria.
La fisarmonica, come altri, è solo uno STRUMENTO, è intrinseco nella parola stessa: uno strumento è un mezzo che serve per tirar fuori la propria espressione. Quell’ espressività nel tenere “alta” la musica è l’obiettivo.... non lo strumento che usi per farlo!
Mi sono sempre considerato un musicista che suona la fisarmonica , non un fisarmonicista.
ANTONIO SALIOLA
Antonio Saliola è nato il 28 settembre 1939 nel quartiere della Bolognina a Bologna, città dove vive e lavora.
Durante la guerra trascorre l’infanzia sfollato in campagna e quel mondo gli rimarrà nel cuore come gli amati genitori: mamma Natalia, creativa maestra modenese e babbo Donato, con le sue tenaci origini molisane.
Gli studi: maturità classica e laurea in Giurisprudenza. E’ funzionario all’Accademia di Belle Arti di Bologna dal 1967 al 1974, anno in cui apre e dirige la Galleria Tempo. Dopodiché saluta tutti e si dedica finalmente alla pittura, che è la sua vocazione.
Ama i quadri, i libri e il cinematografo che scrivono la sceneggiatura della sua esistenza. Dal 1972 inizia una lunga serie di mostre personali che raccontano una varietà di cicli: i gruppi di famiglia, i cortili, i giardini, i ritratti di interni. Si interessano al suo lavoro critici, ma anche studiosi, scrittori e registi che si legano a lui in progetti che nascono dalla reciproca amicizia. Dal 1998 mette nella valigia i suoi quadri-racconti e li porta in giro per il mondo esponendo a Parigi, Bruxelles, Londra, New York, Chicago, Buenos Aires, Hong Kong, Montecarlo...Ma continua ad abitare nella sua città trascorrendo le estati in Romagna, in una casa chiamata Cagnotta, e dal 1992 nel Montefeltro in un borgo medievale chiamato Petrella Guidi dove si è creato un luogo dell’anima: non pago di dipingere giardini, ha dato alla luce un orto-giardino chiamato “Quasi Orto”, usando fiori, piante, scale e muretti invece di pennelli e colori per una passeggiata in otto stanze. Come un’opera pittorica speciale che però muta continuamente e non ha mai termine: il sogno di di ogni artista. Ancora e sempre quindi l’idillio con i giardini, ai quali si aggiungono da tempo quadri di interni trasognati e vecchie misteriose biblioteche. E, da alcuni anni, anche quadri che sono una fascinosa rielaborazione del mondo delle fiabe, fermo restando il sospetto che il vero quadro sia la sua vita.
STEFANO CUCCI
Pianista, Direttore di Coro e d’ Orchestra, Compositore, originario del Montefeltro ma da oltre trent’anni trapiantato a Roma, dove svolge prevalentemente la sua attività musicale, è ideatore e Direttore Artistico del Festival di San Leo dal 1985.Dopo un’ intensa attività concertistica nella Musica da camera, che lo ha portato a suonare in Germania, Ungheria, Scozia, Argentina ed in complessi dedicati alla diffusione della musica contemporanea, da molti anni si dedica alla direzione e, con il Coro Lirico Sinfonico Romano e con il Coro Goffredo Petrassi , ha eseguito gran parte del repertorio collaborando con prestigiose orchestre e grandi direttori
Ha ideato per RAI TRE, in collaborazione con Stinchelli e Suozzo, una serie di Opere in diretta radiofonica con la trasmissione La Barcaccia presso il Salone Margherita di Roma e registrato per la Rai diverse produzioni concertistiche tra cui alcune prime esecuzioni quali “ Il Mistero del Corporale” di Vitalini e “Apocalipsy” di Marcello Panni in diretta dal Festival dei Due Mondi di Spoleto. Ha collaborato con Roger Waters alla prima mondiale di Ca Irà a Roma e con Riccardo Cocciante per l’allestimento del Musical Romeo e Giulietta.
Ha registrato in DVD per Pan Dream la trilogia mozartiana Nozze di Figaro, Così fan tutte e Don Giovanni e, per la stessa etichetta, La rappresentazione di Anima e Corpo di Emilio De Cavalieri ed il Nerone di Mascagni. Da 13 anni è Assistente Musicale di Ennio Morricone e preparatore delle compagini corali ed orchestrali del suo tour mondiale. Con il disco Voci dal Silenzio del Maestro, registrato all’Arena di Verona, ha vinto il Disco d’oro nel 2006. E’ Docente di Lettura della Partitura presso il Conservatorio di Frosinone ed è responsabile del Laboratorio di Musica Corale del Dams presso l’Università di Roma Tor Vergata.
ENRICO ONOFRI
Enrico Onofri è nato a Ravenna. Ancora studente è invitato da J.Savall come primo violino de La Capilla Reial e collabora con ensemble quali Concentus Musicus Wien, Concerto Italiano, Ensemble Mosaiques, ecc.
Dal 1987 al 2011 Enrico Onofri è stato primo violino e solista dell’ensemble Il Giardino Armonico. Dal 2002 Enrico Onofri si dedica anche all’attività di direttore, riscuotendo successo di pubblico e critica, e ricevendo inviti da orchestre e festival in tutta Europa, Canada e Giappone. E’ il fondatore di Imaginarium Ensemble, col quale si esibisce in recital violinistici. Riscuotendo i massimi consensi di pubblico e di critica, E.Onofri si è esibito nelle più importanti sale del mondo, collaborando inoltre con artisti quali C.Bartoli, N.Harnoncourt, G.Leonhardt, K.&M.Labèque, C.Coin, ecc. Molti dei numerosi CD (Teldec, Decca, Naïve, Sony/DHM, Passacaille, Astrée, Winter&Winter, Virgin, Opus111, Zig Zag Territoires, Nichion, etc.) da lui incisi sono stati insigniti dei più prestigiosi premi internazionali. Dal 2000 è docente di violino barocco presso il Conservatorio Bellini di Palermo, ed è regolarmente invitato a tenere seminari e master class in Italia, Europa e Giappone ed è stato tutor e direttore invitato della EUBO, European Baroque Orchestra. La Juilliard School di New York lo ha recentemente invitato a tenere una master class sul violino barocco.
LUCA CESARI
Luca Cesari è poeta, saggista, professore di Estetica. Allievo di Luciano Anceschi è autore di libri poetici e critici, di numerosi saggi su scrittori, artisti, filosofi.
Le vicende dei poeti sono strane. Ma un poeta si distingue da altri scrittori per una specie di sconveniente fedeltà alla propria voce. Non la modula a seconda delle richieste, né sulle necessità (…) Tutto questo è evidente in certe biografie, ma vale per Luca Cesari, studioso di estetica ritiratosi dalle aule della fascinosa Bologna anceschiana ai borghi e ai boschi dove Romagna e Toscana si baciano e danzano austeramente (…) Ha guadagnato menzioni e premi ma ha soprattutto segnalato a chi non lo sapesse (o se lo era dimenticato) che abbiamo un poeta colto, vivo e selvatico …
Davide Rondoni
Sono numerosi i “nuovi poeti” (non necessariamente giovani), per la maggior parte, molto “nuovi” ma poco “poeti”. Per questa ragione un caso del tutto eccezionale mi sembra quello (…) del noto saggista e professore di Estetica Luca Cesari – molto apprezzato per un suo fondamentale saggio su Ezra Pound e per altri numerosi saggi critici su Anceschi, Ungaretti, Francesco Arcangeli, ecc. – che dopo un lungo intervallo di quiescenza, torna alla ribalta con un folto gruppo di poemi (…) che rivelano una unità stilistica e una maturità compositiva esemplare e, direi, insolita nel nostro Paese (…) Vicino al lirismo di un Sereni o di un Conte, comunque diverso dagli stessi per una sua narratività mitica …
Gillo Dorfles